Che differenza c’è tra i due corsi? Cosa s’intende esattamente per composizione elettronica? Sono domande che spesso ci pongono gli aspiranti studenti METS, e a cui non è immediato dare risposta, perché nel modo d’oggi le figure artistiche e professionali tendono spesso a sconfinare nei ruoli e a volte a confondersi. La filosofia METS è quella di dare sì una formazione di alto livello inerente ad un certo settore, ma anche quella di creare il più possibile connessioni e trasversalità nella formazione degli studenti, cosa a nostro modo di vedere utilissima per il loro futuro artistico e professionale. Per questo motivo i piani di studio dei due trienni hanno ciascuno un proprio focus specifico, ma permettono anche di personalizzare il percorso con materie dell’altro triennio, formando quindi compositori elettronici che hanno anche competenze di tecnica del suono, e tecnici del suono che sanno cavarsela anche in contesti più creativi, una competenza che può fare la differenza anche nel proprio lavoro in studio di registrazione.
Quali sono dunque i focus dei rispettivi trienni? Come si studia, in pratica, in ciascuno di essi?
Il focus del corso di Musica Elettronica ad indirizzo compositivo è, principalmente, acquisire strumenti e conoscenze utili a comporre la propria musica elettronica, sia dal punto di vista estetico che tecnico, sotto forma di composizioni per soli altoparlanti (dallo stereo all’orchestra di decine di altoparlanti dislocati nello spazio) oppure per strumenti musicali di ogni tipo ed elettronica (in tempo reale o differito), live-set, installazioni interattive multimediali, sound art, sonorizzazione di video, performance audio-video, improvvisazioni collettive ed ensemble di laptop, ecc.
Il concetto di musica elettronica dell’indirizzo compositivo, è bene precisarlo, non è riferito alla musica elettronica commerciale, sebbene molte delle tecniche nate in ambito sperimentale siano poi state applicate anche in generi più di consumo, e studiarle possa essere utile anche per migliorare la “produzione” di musica non sperimentale. Alcuni nostri studenti attuali ed ex hanno un background da DJ e alcuni svolgono attività anche professionale in tal senso. Abbiamo anche organizzato delle masterclass dove tematiche legate alle tecniche di produzione audio venivano trattate da esperti di fama del mondo dell’EDM.
Insomma, la parola “accademico” non deve far pensare ad un mondo chiuso che non si guardi intorno. Siamo però convinti che una solida preparazione passi attraverso l’apertura di nuovi orizzonti. La musica elettronica a METS, senza voler creare distinzioni di valore rispetto a generi mainstream, guarda cioè a più ampio raggio verso forme di sperimentazione e ricerca che forniscano spunti e strumenti originali e meno scontati agli studenti per potersi esprimere con maggior consapevolezza e libertà creativa. Si affronta la musica elettronica storica, ma ma si tiene anche conto delle strade e possibilità aperte dalle più recenti estetiche e tecnologie, così come avviene nei maggiori centri di ricerca e sperimentazione sul suono a livello internazionale.
Infine, l’indirizzo compositivo fornisce una preparazione anche sull’esecuzione e interpretazione della musica elettroacustica, sia che si tratti ad esempio di diffondere una composizione su molti altoparlanti decidendone i movimenti nello spazio in tempo reale, sia che si improvvisi in una jam-session con strumenti elettronici creati ad hoc, magari insieme a strumenti acustici di ogni tipo, o ad altre forme d’arte, recitazione, pittura, videoart, realtà immersiva (tutti i sensi coinvolti) ecc. L’elettronica è anche da intendersi come nuovo e moderno strumento musicale, che quindi fornisce occasioni di esibizione in concerto, oltre che di creazione compositiva, oppure, spesso, entrambe le cose contemporaneamente.
L’indirizzo tecnico del suono si focalizza invece sulla produzione audio in studio (registrazione, editing, mixing, mastering) della musica prevalentemente altrui, ma anche sull’imparare a gestire situazioni live (fonico di sala e di palco). I generi musicali su cui si lavora in studio e dal vivo vanno dal pop al rock, passando per il jazz e, talvolta, la musica folk ed etnica, ma includono anche corsi di registrazione e finalizzazione discografica della musica classica, oppurtunità abbastanza rara nel panorama didattico italiano.
Gli studenti hanno inoltre la possibilità di verificare sul campo i concetti acquisiti, grazie alla possibilità di collaborare per registrazioni con studenti dei vari corsi di laurea in strumenti classici, pop e jazz del Conservatorio, Docenti e anche a volte esperti ed artisti esterni ospitati nei nostri studi di registrazione o nei nostri abituali spazi per i concerti dal vivo.
Infine, i diplomi accademici ad indirizzo tecnico del suono offrono la possibilità di acquisire varie altre competenze che allargano il significato di “tecnico del suono”, tramite corsi di analisi, sonorizzazione di audiovisivi, elementi di composizione e arrangiamento tramite mezzi elettronici, cenni a linguaggi di programmazione per l’audio e le applicazioni musicali, videoscrittura musicale, interattività e quant’altro permetta una preparazione volutamente ampia. Ci piace parlare di “fonico 2.0” per definire queste competenze estese che vanno spesso oltre il classico studio di registrazione, ma che anche in studio secondo noi fanno la differenza, e la faranno sempre più in futuro.
È infine importante sottolineare che entrambi i percorsi (composizione e tecnico del suono) offrano inoltre agli studenti la possibilità di approfondire la propria preparazione musicale generale, dal solfeggio all’armonia, dall’ear training alla storia della musica, dalla lettura al pianoforte o alle tastiere elettroniche fino alla possibilità di inserire nel proprio piano di studi materie a scelta dello studente, non necessariamente attinenti al proprio corso accademico. Un tecnico del suono potrà magari scegliere di frequentare le lezioni di Armonia Jazz del Conservatorio, o un compositore elettronico potrà approfondire tecniche di composizione tradizionale non elettronica. Anche questo, a nostro parere, può fare la differenza.